martedì 4 febbraio 2014

IL SENEGALESE

Non dormo. Penso alla dolcezza e l'amarezza assieme. Il senegalese le incarnò entrambe. Una storia che ho avuto anni fa con un bel cioccolatino fondente. Se avete presente il cantante R&B Craig David, vedetelo più bello: è lui, Otello. Si chiama così perché, a dispetto della maggioranza di quella nazione, è cattolico. Lo incontrai una mattina in piazza Duomo, ero con Sonia, la mia Peste di nome e Bubbonica di cognome. Fu subito attratto da lei: era paziente ed affettuoso. Quindi, detto fatto, chi ama mia figlia, conquista subito me. Andammo a piedi nella mia caffetteria preferita, la California Backery di via Larga, e sorbimmo un te. Otello lo prese senza zucchero, come me. Gli chiesi: Perché? Rispose: 'Cause I'm so sweet. You will know. Lo guardavo con interesse: è davvero bello come molti senegalesi. Capelli con una leggera crestina garbata che gli fasciava il cranio dalla fronte alla nuca. Uno sguardo morbido e nero. Il naso largo ma raccolto. E le labbra tonde e rigonfie... Sognai subito di morderle e baciarle. Mi parlò di matrimonio, volle sapere se, nonostante i due precedenti fallimenti, credessi ancora in quei valori, perché lui sì, fermamente. Mi illusi che volesse una moglie. Ma feci subito la tara: e se l'avesse voluta per sistemarsi definitivamente in Italia? Voi che leggete il mio blog, sapete che in fondo sono una romanticona: misi da parte ogni sospetto e mi lasciai andare. Salimmo da me. Sonia fece un pisolino in camera. Noi in salone a chiacchierare. Mi disse proprio nel bel mezzo di una cosa qualsiasi: I've an erection. E prese la mia gamba e l'appoggiò sulla sua. Così, all'improvviso. Quello che il mio polpaccio avvertì fu un bastone. Duro come. Grosso come. Lungo come. Mi guardava abbandonato. Con desiderio incolmabile. Lo baciai. Il suo bacio di risposta era di miele. Rimandammo il piacere ad una volta i cui non ci sarebbe stata mia figlia. Tornò dopo pochi giorni direttamente da me. Si era appena rotta la lavastoviglie, perciò stavo lavando i piatti a mano, coi classici guanti di gomma. Mi scusai con lui e Otello rimase a guardare, paziente. Poi con gesto lento e misurato, mi prese dalle mani la spugnetta e lavò lui i piatti, Look at me: you must in this way. Ed eseguì il compito con energia, velocità e precisione. Infine la sua frase fatale: I've an erection. Lo tastai coi guanti gialli ancora indossati: era vero! Quell'uomo mi avrebbe fatta impazzire. Lo avvisai della mia particolarità: ad ogni orgasmo, una risata di gola. Rimase sorpreso: mi prese in braccio così com'ero, coi guanti e tutto, mi sbattè sul letto, mi spogliò, si fece spogliare. Il suo corpo scolpito e magro mi apparse in tutta la sua muscolatura. Aveva peluria sul petto largo, raccolta in ricciolini minuti. Mi piacque. Si lasciò accarezzare dai miei guanti gialli, che aveva lasciato, pur da nuda. Scesi lungo l'addome e qui inciampai in quella magica erection. Finalmente la vidi coi miei occhi! Era curva verso l'addome, da tanto che tirava. Gli arrivava fino all'ombelico. La valutai a colpo d'occhio lunga su 30. Di calibro 7. Caddi in deliquio. L'afferrai coi miei guanti gialli antisdrucciolo e iniziai un massaggio morbido. Otello venne subito sui miei seni. Me li massaggiò, così com'erano inondati della sua sborra, insistendo sui capezzoli. Venni subito anch'io. Ho un orgasmo tutte le volte che il mio partner castiga quei dispettosi. Otello era di nuovo duro. Mi tolsi i guanti gialli. Lo ribaltai sulla schiena, gli misi il condom che lui stesso aveva portato (impossibile averne della sua misura) e lo cavalcai. La sua lancia mi penetrava fino alla gola. Non serviva che puntassi i piedi sul materasso! Già solo in ginocchio sentivo tutto quello che c'era da sentire. Otello era dolcissimo: lasciava fare a me. Lo sguardo perso nei miei occhi, la bocca carnosa e socchiusa, lasciava intravvedere quella fragola della sua lingua spiccare in mezzo al cioccolato. Mi chinai per succhiargliela: in quel movimento mi partì l'orgasmo. Urlai di piacere e risi risi risi risi risi risi risi risi risi. Otello rise anch'egli. Era contento delle mie urla e del mio ridere. Venne ancora. Poi ci adagiammo sul letto, nella fase riposo e coccole. Mi sussurrò: You're the white woman that every man of Senegal will want. Oh... Your big back! E mi accarezzò il culo grosso. I want it! Oh, my sweety, give me your back, please! E mi fece rotolare sull'addome, prendendomi i fianchi e rialzandomeli verso l'alto, mettendomi sotto dei cuscini. Calzò un altro preservativo, sputò sul mio buchino, già umido, lo massaggiò con dovizia grazie alle sue dita lunghe e nere, infine, quando fui pronta, mi appoggiò il suo bastone e tentò di spingere, ma piano. Sapeva di averlo grosso e che mi avrebbe sfondata, se non avesse provveduto a farlo con quella dolcezza che gli era caratteristica. Gli dissi: My Black Sugar, give me your dick! Otello spinse tutto fino in fondo. Urlai, ma per il dolore! Otello, poveretto, si ritrasse. Disse: Oh sweety … Sembrava piangesse. Gli presi i fianchi e lo spinsi dentro. Ti voglio, my Black Sugar! Mi tappai la bocca con un cuscino e offrii meglio il mio culetto. Volevo che mi sfondasse. Allora Otello, rincuorato, iniziò a pomparmi sul serio. Urlai nel cuscino come una ossessa, ma lo lasciai fare. Era bello! Quella sua erezione ricurva, poi, stimolava il mio utero retroverso come mai mi era capitato prima. Ebbi un orgasmo dietro l'altro, dietro l'altro, dietro l'altro, dietro l'altro, dietro l'altro, dietro l'altro... Otello era felice: venne dentro di me. Ero esausta e anche lui. Rotolammo sul fianco e cademmo addormentati. Proseguimmo così per quasi due mesi. Sognammo il nostro futuro assieme. Otello cercava lavoro e io gli procurai un appuntamento con una Società. Ma due giorni prima mi disse: I can't go to the meeting, 'cause I'll depart tomorrow to Germany. Rimasi basita. Eppure ci eravamo ripromessi di dirci tutto. Sapeva da tempo della Germania, ma in quei due mesi non me l'aveva ancora detto. Mi inquietai parecchio e glielo feci rimarcare. Ero delusa e amareggiata. Ma dato che partiva per quella destinazione allo scopo di cercare lavoro, in fondo non tenni il broncio. Non lo avrei però perdonato, perché non solo avevo perso tempo per lui, ma anche perché non me l'aveva detto. Ci sentimmo qualche volta via Indoona, che avevo installato apposta per lui: lo pregavo di tornare presto. Tornò dopo un mese: non aveva concluso niente. In quel mese di assenza, gli rimasi fedele. Ma ormai ero fredda e, sebbene avesse avuto un'altra occasione per farmi sentire la sua erection, lo allontanai definitivamente. Porca sì, ma scema no.

2 commenti:

  1. Sai, fossi donna credo vorrei essere come te :-)
    Stai diventando il mio idolo assoluto. Questo perché sono da sempre patologicamente attratto (in senso di ammirazione e non necessariamente fisico) dalle "bad girls" ^_^

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  2. ... e chi non vorrebbe essere seduto sul proprio tesoro, come noi donne? (E' una domanda retorica, ovvio). Non farei mai cambio con un uomo!
    Bad girl io??? Giuro, non sono stata io. E se c'ero, scopavo. In Vaticano mi hanno promossa sul campo, al titolo: SANTA SUBITO!

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