In fondo, se ci penso, noto che
non tutte le mie frequentazioni mi hanno lasciata con l'amaro in
bocca. Già! Sebbene la definizione di
“amaro in bocca” mi faccia pensare a ciò che osservò quando si riferiva al sapore della sborra (mi son sempre chiesta come facesse a sapere che a volte il seme maschile è amaro) un caro
amico DENTISTA SCRITTORE il cui ricordo terrò sempre nel cuore (ho
fatto la rima!), ebbene sì, certe frequentazioni furono
positive fin dall'inizio. Premesso che quando scopo più di 3 volte
con lo stesso partner, finisce che me ne innamoro, con Alessandro
Giovanardi, un robusto ferrarese, generoso di cuore perché prese
l'aspettativa dal lavoro per aiutare i terremotati, gratis, quasi
capitò che ci fidanzassimo. E' un bell'uomo sportivo, capelli scuri,
occhi celesti, praticò in gioventù fottoball … ops scusate!
Volevo dire football americano, nel ruolo di mediano (dedicò a me lo sfondamento).
Non altissimo, aveva un fisco da paura. E la grinta non l'aveva
perduta negli anni. Avevo notato nelle foto pubblicate su Badoo che
aveva una cicatrice dalla fronte allo zigomo, attraverso l'occhio.
Questo dettaglio mi attirò. Mi spiegò che era il lascito di un
incidente automobilistiche che gli sbarrò la strada verso la gloria atletica.
Una delle gambe restò lesa diversi mesi. Dovette affrontare una
riabilitazione intensa che gli impedì gli allenamenti per una
stagione. Essendo da poco entrato in Nazionale, praticamente ebbe la carriera stroncata. Però conservava
dentro sé la grinta della rivincita! Ecco cosa mi piacque in lui. E
naturalmente, il fattore odore. Ricordo che ci trovammo in un pub
alle falde del Duomo. Lo annusai. Ebbi uno stordimento da tanto era
intenso il suo patrimonio di feromoni. Gli dissi: Seguimi in bagno perché devo scopare subito.
Ci andammo. Purtroppo il cameriere ci bloccò, rivolgendosi ad Alessandro: Signore, scusi, ma vorrei farle notare che sta
entrando nei servizi delle Donne.
Era proprio quello che entrambi avremmo
voluto. Il mediano si scusò, trasferendosi in quelli degli Uomini.
Maledicendo il cameriere. Peccato perché nel pub non c'era nessuno.
Ora, a distanza di anni, ricordiamo
ancora quell'episodio con gioia. Sebbene si sia trasferito di nuovo
in quel di Ferrara e abbia laggiù una fidanzata, vuole ancora
rinverdire il ricordo: Di Panajia ce n'è una sola, dice. Come non
credergli!
Quella sera finimmo la birra e andammo
da me. Scopata galattica. Penso di ricordare che provammo tutte le
posizioni e che gli donai subito ogni buco. Entrambi allenati alla
fatica, andammo avanti per ore. Inutile dire che mi bastava
un'annusatina nel suo collo per rinfocolare in me la passione. Provò
subito a infilare il suo bell'uccello nel mio culetto. Che goduria!
Dato che l'anno precedente ero stata presentata alle elezioni
amministrative del Comune di Milano nel consiglio del Comune stesso,
lui disse: E' la prima volta che lo metto nel culo alla politica! Da
quel giorno fu per me il mio mediANO da sfondamento. Ad ogni modo,
mi faceva godere così tanto nell'anale, che, non solo squirtavo, ma
avevo dei veri e propri getti. Una volta lo facemmo sul divano di
casa. Era già un paio di ore che praticavamo petting spinto. Amavamo
molto i preliminari. La sua lingua si infilava tecnica e precisa
nella mia bocca e giocava affiatandosi con la mia. Mischiavamo i nostri
sapori. Eravamo capaci di far durare quell'estasi buccale per quarti
d'ora interi. Intanto le sue mani si infilavano sotto la camicetta e
palpavano dolcemente i miei seni. Inizialmente adagio, poi sempre più decisamente, quindi mi stringeva i capezzoli ... Me li tirava, li
ripassava col pollice tenendoli stretti nelle altre dita, fino a
farmeli diventare lunghi 3 cm e durizzimi. Lasciate le zeta, perché
rende di più. Io a quel punto avevo già il mio primo orgasmo.
Riconoscente, gli slacciavo i pantaloni, lo facevo sdraiare di lato
sul divano, con me seduta ad un estremo e, mentre mi limonava e mi
toccava i capezzoli, io gli facevo una sega. Che sballo e che estasi
quando abbassava la testa sul mio seno e me lo suggeva, mentre lo
segavo! Leccavo la mia mano per renderla scivolosa sulla sua cappella, insistevo in modo deciso attorno alla piega.... E' una delle mie posizioni preferite. A quel punto avevo il mio
secondo orgasmo. E lui niente. Sempre duro, sempre bagnato, ma non
veniva ancora. A quel punto toccava di nuovo a me: eccomi espletare
l'arte del soffocotto. Nessuno resiste ai mie pompini. Ebbene, lui
sì. Incredibile! Però in questo modo voleva entrare dentro di me,
cominciando dalla sorellina. Gli infilavo il condom con la bocca,
arte in cui sono maestra, e lui affondava nella mia sorellina
capiente, calda, morbida, accogliente. E mi faceva godere e godere e
godere... Alla missionaria, poi con le mie gambe sulle sue spalle,
occhi negli occhi, poi mi girava prona coi cuscini sotto il ventre
per offrirgli il culetto... Dentro e fuori, dentro e fuori, dentro e
fuori... come un martello pneumatico. Non perdeva un colpo! A questo
punto avrete capito che sono multiorgasmica. Fu uno dei pochi a farmi squirtare, ora vi racconto i dettagli, ma leggete anche il post: IL FOTOBIDELLO STICCHIOLOGO per un panorama completo. Stremata dopo 3 ore di
quel trattamento, cedevo e gli offrivo il frutto primario.
Che
Alessandro, molto diligente, sfondava. Urlavo, urlavo, urlavoooo... e
il buchino intanto si apriva sempre più. Finché non squirtavo... Una volta feci un getto lungo mezzo metro che inondò il salone! Ne sono certa perché lo misurammo, metro alla mano. Finché, finalmente, estraeva il suo cazzo magico, toglieva il cappuccio e mi riempiva
di sborra calda la schiena. Proseguimmo il nostro ménage fino a quando, arrivati a
un paio di settimane dal Natale di quell'anno, mi offrì
l'opportunità di andare in montagna sulla neve con lui. Disse: Ti voglio
davanti a un camino con la baita intorno. Lusingata, la cosa tuttavia
mi sembrò persino esagerata, ma mi fece ragionare. Era una proposta di fidanzamento? Forse. Anzi,
sicuro. Devo ammettere che, in fondo, mi fece piacere. Così cedetti e gli dissi di prenotare. Dopo una
settimana gliene chiesi conto. Alessandro confessò che mentre diceva
sì a me, diceva sì anche ad un'altra. Quindi NON aveva prenotato.
Mi incazzai come una biscia. Lo mandai a cag. Per un paio di
settimane non ci sentimmo più. Poi, il suo ricordo, di potenza, di
grinta, di rettitudine, di generosità verso tutti, prese il
sopravvento in me e lo ricontattai. Lui mi chiese perdono e disse
che, non solo aveva già lasciato perdere l'altra, ma che avrebbe fatto
un tentativo di trovare il famoso camino con baita intorno. Purtroppo
ormai era tardi e non c'era più nulla a disposizione. Peccato.
Andammo comunque avanti nella nostra relazione, ma ormai si era incrinato
qualcosa... Se perdi la fiducia,
impossibile ricucire lo strappo su un tessuto già debole. Ancora oggi ci sentiamo a distanza e scherziamo sul suo T9. Infatti una sera, mentre veniva da me, mi scrisse: SONO GIA' APPARATO. Lascio a voi fare la traduzione.
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